Villa Wanda finisce all'asta. La dimora di Licio Gelli, che negli anni Ottanta è stata la residenza più fotografata e perquisita d'Italia, sarà venduta al miglior offerente. Lo ha deciso il Tribunale di Arezzo.
L'asta è stata affidata a un notaio di Arezzo, che non ha ancora fissato la data. Da parte dei legali dell'ex Venerabile della P2, c'è tuttavia ancora qualche speranza di salvare l'edificio. "Stiamo già predisponendo opposizione all'atto - dichiara Raffello Giorgetti. avvocato di Gelli - e se risolveremo il contenzioso con l'erario l'asta non darà alcun esito".
Licio Gelli (classe 1919) non parla con i giornalisti. Le rare volte che rompe il silenzio, lo fa solo per parlare della prossima apertura di un'ala del Museo dell'Archivio di Stato a Pistoia (la sua città), con i tanti documenti legati alla storia della massoneria e alla sua storia personale. Sì, in Italia avremo anche il paradosso di un Museo della P2 (del resto, sono in tanti a pensare che i piani di questa Loggia sono stati quasi tutti realizzati con l'ascesa al governo di Berlusconi & company).
Siccome i paradossi o sono tali o non lo sono, i legali di Gelli giudicano legittima ma incredibile la situazione: lo Stato accetta la donazione dei documenti di Gelli per dar vita al Museo della massoneria, dall'altra procede con l'esecuzione immobiliare per farsi risarcire di un milione e mezzo di euro che lo stesso Gelli non ha mai pagato (sono le spese del processo per il crack del Banco Ambrosiano per il quale l'ex Venerabile è stato condannato: di qui i guai per Villa Wanda). Le parti civili e lo Stato hanno cercato di recuperare le spese processuali rifacendosi sull'immobile, un elegante edificio circondato da un immenso parco sulla collina di santa Maria delle Grazie, una delle zone più vip di Arezzo. I piccoli azionisti del Banco Ambrosiano, a propria garanzia, ne ottennero il pignoramento durante il processo. L'avvocatura dello Stato ha ora chiesto che la residenza sia messa all'asta (ma si vocifera che Gelli rimarrebbe in ogni caso l'affittuario).
L'ex capo della P2 risiede a Villa Wanda (Wanda è il nome di battesimo di sua moglie) da oltre trent'anni. Questa residenza è da sempre il simbolo della loggia massonica che fu scoperta nel 1981 e di cui facevano parte alcuni politici di oggi: da Berlusconi, che in quel periodo era solo un imprenditore, a Cicchitto, che all'epoca era socialista e oggi è uno dei portavoce di Forza Italia. Ma c'era pure il futuro "deus ex machina" della tv Maurizio Costanzo (Cicchitto e Costanzo hanno il merito di aver ammesso la propria iscrizione, mentre i tanti altri affiliati – politici, finanzieri, avvocati, militari, industriali – cercarono di negarlo nonostante il lavoro d'indagine della Commissione parlamentare d'inchiesta presieduta da Tina Anselmi).
Gelli andò ad abitare in questa villa con la moglie Wanda e i figli quando passò dalla Permaflex alla Dormire, azienda che produceva materassi a molle. La società era sua e della famiglia Lebole, il cui capostipite, Mario, vendette a Gelli la dimora che, al tempo, si chiamava Villa Carla. Gelli divenne poi un importante dirigente della Giole, l'azienda di abbigliamento della famiglia Lebole, dove nell'aprile del 1981 furono sequestrati i famosi elenchi degli iscritti alla P2 (quelli con tanti nomi illustri, alcuni dei quali abbiamo appena ricordato per gli smemorati). Dopo la scoperta dei registri, il Venerabile fuggì in Svizzera, ma poi si costituì nel 1987 tornando così a vivere in Italia. Di lui si tornò a parlare quando – con le rivelazioni di Cossiga – scoppiò il "caso Gladio" (la rete anticomunista pronta a entrare in azione se il Pci avesse vinto le elezioni). Poi di nuovo l'oblio, come capita a troppi episodi oscuri della storia italiana. Qualcuno, però, si ricorda che Gelli fece il suo esordio politico da volontario fascista che andò a combattere in Spagna al fianco delle truppe di Francisco Franco nella guerra civile che dilaniò quel paese (1936-1939).
Da Aprile del 30/01/2006
L'asta è stata affidata a un notaio di Arezzo, che non ha ancora fissato la data. Da parte dei legali dell'ex Venerabile della P2, c'è tuttavia ancora qualche speranza di salvare l'edificio. "Stiamo già predisponendo opposizione all'atto - dichiara Raffello Giorgetti. avvocato di Gelli - e se risolveremo il contenzioso con l'erario l'asta non darà alcun esito".
Licio Gelli (classe 1919) non parla con i giornalisti. Le rare volte che rompe il silenzio, lo fa solo per parlare della prossima apertura di un'ala del Museo dell'Archivio di Stato a Pistoia (la sua città), con i tanti documenti legati alla storia della massoneria e alla sua storia personale. Sì, in Italia avremo anche il paradosso di un Museo della P2 (del resto, sono in tanti a pensare che i piani di questa Loggia sono stati quasi tutti realizzati con l'ascesa al governo di Berlusconi & company).
Siccome i paradossi o sono tali o non lo sono, i legali di Gelli giudicano legittima ma incredibile la situazione: lo Stato accetta la donazione dei documenti di Gelli per dar vita al Museo della massoneria, dall'altra procede con l'esecuzione immobiliare per farsi risarcire di un milione e mezzo di euro che lo stesso Gelli non ha mai pagato (sono le spese del processo per il crack del Banco Ambrosiano per il quale l'ex Venerabile è stato condannato: di qui i guai per Villa Wanda). Le parti civili e lo Stato hanno cercato di recuperare le spese processuali rifacendosi sull'immobile, un elegante edificio circondato da un immenso parco sulla collina di santa Maria delle Grazie, una delle zone più vip di Arezzo. I piccoli azionisti del Banco Ambrosiano, a propria garanzia, ne ottennero il pignoramento durante il processo. L'avvocatura dello Stato ha ora chiesto che la residenza sia messa all'asta (ma si vocifera che Gelli rimarrebbe in ogni caso l'affittuario).
L'ex capo della P2 risiede a Villa Wanda (Wanda è il nome di battesimo di sua moglie) da oltre trent'anni. Questa residenza è da sempre il simbolo della loggia massonica che fu scoperta nel 1981 e di cui facevano parte alcuni politici di oggi: da Berlusconi, che in quel periodo era solo un imprenditore, a Cicchitto, che all'epoca era socialista e oggi è uno dei portavoce di Forza Italia. Ma c'era pure il futuro "deus ex machina" della tv Maurizio Costanzo (Cicchitto e Costanzo hanno il merito di aver ammesso la propria iscrizione, mentre i tanti altri affiliati – politici, finanzieri, avvocati, militari, industriali – cercarono di negarlo nonostante il lavoro d'indagine della Commissione parlamentare d'inchiesta presieduta da Tina Anselmi).
Gelli andò ad abitare in questa villa con la moglie Wanda e i figli quando passò dalla Permaflex alla Dormire, azienda che produceva materassi a molle. La società era sua e della famiglia Lebole, il cui capostipite, Mario, vendette a Gelli la dimora che, al tempo, si chiamava Villa Carla. Gelli divenne poi un importante dirigente della Giole, l'azienda di abbigliamento della famiglia Lebole, dove nell'aprile del 1981 furono sequestrati i famosi elenchi degli iscritti alla P2 (quelli con tanti nomi illustri, alcuni dei quali abbiamo appena ricordato per gli smemorati). Dopo la scoperta dei registri, il Venerabile fuggì in Svizzera, ma poi si costituì nel 1987 tornando così a vivere in Italia. Di lui si tornò a parlare quando – con le rivelazioni di Cossiga – scoppiò il "caso Gladio" (la rete anticomunista pronta a entrare in azione se il Pci avesse vinto le elezioni). Poi di nuovo l'oblio, come capita a troppi episodi oscuri della storia italiana. Qualcuno, però, si ricorda che Gelli fece il suo esordio politico da volontario fascista che andò a combattere in Spagna al fianco delle truppe di Francisco Franco nella guerra civile che dilaniò quel paese (1936-1939).
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