martedì 15 febbraio 2011

Licio Gelli: “Si, esisteva una terza organizzazione…”



Dopo anni di silenzio, ormai vecchio con il vigore e la memoria di un fanciullo, Licio Gelli rilascia un’intervista ad Attilio Ievolella del Tempo. Parla di tutto il Maestro Venerabile, della P2, di Berlusconi e… di una fantomatica terza organizzazione. Creata da una persona ancora in vita, la terza gamba della P2 avrebbe dovuto aiutare nell’attuazione del “piano di rinascita democratica”.

di CLAUDIA MIGLIORE

E’ una lunga storia quella che vogliamo raccontare. Una storia che ha attraversato gli anni bui dell’Italia, gli anni del terrorismo, della crescita economica, della contestazione. E’ la storia d’Italia, quella che più di ogni altra ha rappresentato il nostro paese e, forse continua a rappresentarlo. E’ la storia del potere, di come sopravvive, di come regola gli affari, le comunità. Di come tiene in mano gli interessi di pochi e la vita di molti. E’ la storia di relazioni ed intrecci che superano i confini, gli schieramenti politici, quelli religiosi. E’ una storia lunga che nasce nel 1877, passa per il 1969 ed arriva fino ad oggi, ad un’intervista rilasciata al giornale il Tempo che rimette di nuovo tutto in discussione.

La P2 e il piano di rinascita democratica
La storia comincia nel 1877 con la nascita di Propaganda 2. O forse nel 1918 con la nascita di Licio Gelli. Meglio ancora nel 1969 quando Gelli incontra molto da vicino i vertici della P2. A lui, piccolo imprenditore toscano, affiliato alla Loggia solo da qualche anno, viene chiesto di operare per l’unificazione delle varie comunità massoniche. Deve passare poco tempo perchè Gelli diventi Maestro Venerabile perché diventi “la P2”.“Sopra Gelli c’era Gelli e basta” dice lui stesso in un’intervista.

Il 1981 è un altro anno importante. La sua fine apparente. Nel mese di luglio una giovane donna viene fermata all’aeroporto di Fiumicino. La valiga che porta con se le viene sequestrata e perquisita. Nel suo doppio fondo vengono ritrovati documenti segreti. Da quella valigia, tra le tante verità, viene fuori ufficialmente il “piano di rinascita democratica”. Quella giovane donna di nemmeno 30 anni è Maria Grazia Gelli e suo padre nel mese di settembre dell’anno successivo verrà arrestato per poi fuggire. Quel piano rappresenta la carta programmatica della P2, le linee strategiche di un nuovo potere che si propone il controllo totale della stampa, del sindacato, della magistratura, attraverso l’utilizzo di fondi e l’inserimento di figure chiave nell’economia, nell’esercito, nel governo, assorbendo gli apparati democratici della società italiana dentro le spire di un autoritarismo legale che avrebbe avuto al suo centro l’informazione. “Con la P2 avevamo l’Italia in mano. Con noi c’era l’Esercito, la Guardia di Finanza, la Polizia, tutte nettamente comandate da appartenenti alla Loggia”. Il piano avrebbe avuto un sicuro successo. Ma le cose andarono diversamente. Tra quel 1981 e il 1984 c’è la caduta del governo, la pubblicazione delle liste degli iscritti, una commissione parlamentare d’inchiesta. La nascita del nuovo governo. Lo scioglimento definitivo della P2.

Nel 1984 la Commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta da Tina Anselmi chiude i suoi lavori parlando della P2 come di “una piramide al cui vertice c’è Licio Gelli … e sopra di essa un’altra piramide rovesciata che vede il suo vertice inferiore in Licio Gelli punto di collegamento tra le due”.

La P2 finisce con quelle ed altre parole lasciando dietro di se una scia di misteri sul suo coinvolgimento nelle più grandi stragi d’Italia (il treno Italicus, Bologna, Ustica, Piazza Fontana, il rapido 904), negli omicidi di Calvi, Pecorelli, Olof Palme, Semerari, nel colpo di stato militare in Argentina, nel tentativo di colpo di stato di Junio Valerio Borghese, nel tentativo di colpo di stato della Rosa dei Venti, nel falso rapimento Sindona, nel tentativo di depistaggio durante il rapimento Moro, nei rapimenti Bulgari, Ortolani, Amedeo, Danesi, Amati, nei rapporti con la banda della Magliana e la banda dei Marsigliesi, nel crack di Sindona, in quello del banco Ambrosiano, nel caso Rizzoli-Corriere della Sera.

La P2 viene archiviata, i misteri diventano storia. Solo il suo più grande protagonista conserva le risposte alle migliaia di domande fatte, solo lui, il grande burattinaio, conosce la verità e a 92 anni non intende ancora tirarla fuori.

Sandro Neri lo intervista nel 2006. Una lunga intervista che diviene un libro in cui racconta tutta la storia, la sua storia e quella dell’Italia. Oggi dopo cinque anni in una nuova intervista al giornale il Tempo il venerabile tira fuori dai cassetti della sua memoria l’ennesimo colpo di scena. E’ stato intervistato a «Villa Wanda», la sua residenza a Castiglion Fibocchi, piccolo paese della provincia di Arezzo. Gelli lo ripete, come aveva fatto con Sandro Neri “In quel momento avevamo in mano tutto: la Gladio, la P2 e… un’altra organizzazione, che ancora oggi, a distanza di anni, non è apparsa ufficialmente, non creata da noi ma da una persona che è ancora viva tutt’oggi, nonostante abbia oramai tanti anni…”
Di che organizzazione si tratta? Di chi si tratta? Gelli è la prima volta che ne parla ma… non ricorda. Così dice. Ci lascia ancora una volta in attesa di una verità, ci lascia ancora una volta dipendenti da lui,dai suoi ricordi dalla sua voglia di raccontarli. Ci lascia ancora una volta in attesa di conoscere la fine di una storia che molti pensavano chiusa.

(15 febbraio 2011)

Gialli.it

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