Lucia Visca
Propaganda. L’origine della più potente loggia massonica
prefazione di Gian Carlo Caselli,
Castelvecchi, 2011
ISBN 978-88-7615-611-3
pp. 190, euro 14,00
Propaganda. L’origine della più potente loggia massonica
prefazione di Gian Carlo Caselli,
Castelvecchi, 2011
ISBN 978-88-7615-611-3
pp. 190, euro 14,00
Scrive Lucia Visca nella premessa al suo libro Propaganda. L’origine della più potente loggia massonica edito da Castelvecchi:
Se è esistita la P2, se è vero che esiste la P3 e perfino la P4, non può che esserci stata anche la P1. Perché le logge si numerano così, da quando Salomone edificò il Tempio. Mai loggia può chiamarsi come la precedente. Rinascere sì, come l’Araba Fenice. Ma il nome deve essere diverso, basta un numero ordinale a fare la differenza. Al contrario dell’Araba Fenice, che rinasceva ogni volta più bella, quando si tratta di loggia P, anni e malavvezzo senso della cosa pubblica sono andati deteriorandola. Ogni volta peggio, ogni volta più segreta fino a sfumare nell’incertezza […] Sempre che il moto primo, quella loggia Propaganda nata alla fine dell’Ottocento, sia stata cosa onorevole. Ma questa è un’altra storia, da analizzare con cura a tempo debito.
Il testo di Lucia Visca – giornalista e autrice, sempre per Castelvecchi, di un testo su PPP dal titolo Pier Paolo Pasolini, una morte violenta
– è una storia d’Italia alternativa (o parallela, se preferite) in cui
si tratteggiano “a tinte vivide alcune vicende che hanno attraversato e
tuttora sembrano attraversare i Palazzi del potere”, per usare le parole
di Gian Carlo Caselli che firma la prefazione.
Lo studio della Visca prende in esame diversi periodi della storia
d’Italia, dallo scandalo della Banca Romana al fascismo che scioglie le
logge e poi la ricostituzione della P a opera degli americani; si parla
di De Mattei, di Noschese, di Gelli e di Fabrizio Cicchitto a cui è
dedicato un intero capitolo.
L’Appendice è molto densa: oltre al testo della legge del
1982 per lo scioglimento della P2, alla bibliografia e ad alcune
immagini di documenti, abbiamo bel sessantuno pagine con l’elenco
alfabetico degli iscritti alla P2. Una nota in calce ci avvisa che “i
nomi e le informazioni tra parentesi sono annotazioni dello stesso
Gelli. Il resto è frutto della ricerca dell’autrice”. A leggerli tutti,
con tanto di titolo e ruolo rivestito nella società civile, si prova una
vera e propria vertigine…
Tratto da BookBlog, 15 gennaio 2012