giovedì 13 novembre 2008

IL SECOLO XIX - Licio Gelli non va sopravvalutato...

Licio Gelli non va sopravvalutato, 
quindi Berlusconi non è il suo erede

Gelli ha rivelato a tutti noi che Berlusconi è il suo erede e sta attuando il programma della loggia Propaganda 2. Questo lo sapevamo già, è più che evidente che l’attuale governo stia facendo ciò che Gelli preconizzava molti anni fa. La loggia P2 viene classificata come massonica ma non credo che le sue radici siano ebraico egiziane, come invece lo sono quelle delle logge autentiche, ma non importa. Questo Paese non può vivere in un regime democratico a lungo. Inevitabilmente, prima o poi, viene quello che mette le cose a posto, il cosiddetto salvatore della patria. In realtà mette a posto ben poco, il resto è propaganda, ma per questo popolo va bene così. Devono essere fatti dei tagli di bilancio perché non ci sono soldi? Tuttavia non appena si deve salvare un Comune, una banca, una compagnia aerea chissà perché gli euro spuntano come funghi. La scuola così com’è è un lusso dove si spreca il pubblico denaro? Allora deve essere riformata al più presto. Una vecchia frase latina diceva: il popolo vuole essere ingannato? Inganniamolo dunque. Non c’è niente di nuovo sotto il sole, i cicli storici si ripetono, nella sostanza, ma in edizioni rivedute e corrette nell’immagine.

Roberto Ariotti

Credo che in ogni Paese del mondo ci sia sempre e comunque l’evenienza che nei momenti di crisi si faccia avanti l’uomo che si propone come “colui che metterà le cose a posto”. Tanto per spiegarci, qualunque sia il giudizio che si dà sull’attuale governo, una legge così restrittiva delle libertà individuali come il “Patriot Act” promulgato dall’amministrazione Bush, non se la immagina nemmeno. Dopodiché abbiamo appena visto come un Paese che accetta una legge liberticida sa nel giro di un paio d’anni ricredersi e virare di 180 gradi. Nello specifico il primo ministro Berlusconi è stato sì iscritto alla loggia eversiva P2 (eversiva come da sentenze giudiziarie e risoluzione della apposita commissione parlamentare), è stato sì condannato per falso per aver negato l’iscrizione, ma affermare che sia l’erede di Licio Gelli, beh, è a mio modesto parere una sopravalutazione che il Gelli non si merita. L’uno e l’altro, e molti assieme a loro, sono frutto non agenti di una realtà politica e sociale degradata ben prima della loro apparizione sulla scena del Paese. Insomma, anche a essere feroci oppositori dell’attuale primo ministro, è bene aver chiaro che il problema non è il sopraddetto, ma le ragioni profonde della sua nascita e ascesa.


Fonte - IL SECOLO XIX, 13 novembre 2008

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